Nuovo brevetto Honda sul sistema di disattivazione delle valvole

Nuovo brevetto Honda sul sistema di disattivazione delle valvole: di cosa si tratta? Fin dalla prima metà degli Anni 80 Honda ha equipaggiato le sue moto sportive di maggior prestigio con motori “V4”, architettura declinata nelle più diverse cilindrate ivi compresa quella di 400 centimetri cubi di “Vf 400”, un gioiellino che nel 1982 ruotava a 11 mila e 500 giri erogando 53 cavalli di potenza.

Contrassegnate nelle sigle di identificazione con la lettera “V”, le “V4” Honda molto mutuavano dalle esperienze che la Casa andava via via maturando in ambito sportivo e, in particolare, nelle gare MotoGp. Proprio a causa di tale derivazione le super bike Honda “V4” risultavano però riservate all’utenza più elittaria, aspetto che si scontrava con le esigenze commerciali di un costruttore globale come Honda che, non a caso, ha via via ridotto la presenza di tali modelli dai suoi listini fino a escluderli del tutto. Ora sembra, il condizionale è d’obbligo, che in futuro si possa assistere a un ritorno di fiamma, almeno a giudicare da un brevetto Honda depositato in Germania relativo a un sistema in grado di disattivare i cilindri posteriori di un “V4”.

Nuovo brevetto Honda sul sistema di disattivazione delle valvole

Va precisato che la Casa nulla ha diramato circa tale sistema e men che meno circa le sue possibili applicazioni, ma in campo industriale nessun progetto è fine a se stesso men che meno se complesso e raffinato come quello in oggetto che integra la disattivazione dei cilindri con un sistema atto a variare la lunghezze delle trombette di aspirazione in funzione dello stato funzionale del motore.

Mazda System: si chiama “Skyactiv G-1” il motore da due litri e mezzo su cui Mazda ha istallato il suo sistema di disattivazione valvole operante tramite un commutatore inserito nel sistema di recupero del gioco delle punterie del primo e dei quarto cilindro. Le punterie sono divise in due parti collegate tra loro a cannocchiale e un perno pilotato per via idraulica fa sì che le due metà risultino abbinate o meno tra loro. Nel secondo caso, la punteria risulta disattivata.

L’impianto di disattivazione inoltre non opererebbe solo al minimo, come già accade su altri “V4” motociclistici per evitare che i cilindri posteriori si surriscaldino, ma lavorerebbe anche ai medi regimi andando a realizzare un vero e proprio motore a cilindrata variabile. Un bicilindrico quando si marcia in città o ad andature turistiche e un quattro cilindri quando si chiedono alla moto le prestazioni superiori.

Mercedes Camtronic: il sistema disattiva i quattro cilindri posti alla estremità del basamento V8 del motore “M177”. Opera su entrambi gli alberi a camme di ogni testata, a loro volta composti da tre pareti, due delle quali, spostandosi assialmente, fanno lavorare o meno le relative valvole.

Essendo Honda proprietaria del sistema “V-Tec” è inoltre facile ipotizzare che la disattivazione dei cilindri non si leghi solo alla loro mancata alimentazione a accensione, ma intervenga anche sulle valvole in un’ottica di minimizzazione sia dei fenomeni di pompaggio sia delle variazioni delle composizioni dei gas di scarico.

Luci e ombre del “V4”

I motori quattro cilindri a “V” sono unità più equilibrate dei quattro cilindri in linea e vantando un albero motore più corto che poggia su tre supporti anziché su cinque risultano anche meccanicamente più efficienti e affidabili. La configurazione consente inoltre di realizzare una maggiore varietà di sequenze di combustione, big bang, long bang e così via, ognuna delle quali dà luogo e specifiche erogazioni della coppia che ogni progettista può sfruttare in funzione dell’uso finale della moto. Fra i nei la maggior lunghezza e gli ingombri dei cilindri posteriori che condizionano il layout dei telai e degli airbox. Vero problema però il costo di produzione, decisamente più elevato rispetto a quello di un quattro cilindri in linea.

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Titolo: Nuovo brevetto Honda sul sistema di disattivazione delle valvole

Autore: Redazione

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